Il ristorante in Sant’Ambrogio
Attenzione: i proprietari del locale di cui parlo in questo articolo hanno comunicato sulla loro pagina Facebook che hanno chiuso il ristorante per trasferirlo in un’altra location non appena saranno finiti i lavori di restauro. Appena possibile vi darò aggiornamenti.
La sera prima di partire per un viaggio, lungo o corto che sia, preferisco mangiare fuori in modo da lasciare la cucina in ordine senza sforzo.
Tra i sei giorni a Macugnaga e la mia visitina in Liguria, sono dovuta tornare per due giorni a casa e così, in un martedì sera molto piovoso, subito dopo aver caricato le valigie e il cibo senza glutine di emergenza in macchina, ci siamo messi a cercare un posticino dove cenare. Iniziamo a scorrere i soliti posti (tutti buonissimi tra l’altro), quand’ecco che sull’elenco dei locali che servono anche glutenfree di TheFork compare un ristorante in cui non siamo mai stati. Non potevamo certo evitare di andare a testarlo.
Si tratta del ristorante In Sant’Ambrogio, che prende il nome proprio dalla zona di Varese in cui si trova. Come sempre ho precisato già alla prenotazione che sono celiaca, inviando direttamente un messaggio ai proprietari tramite l’applicazione. Il ristorante non fa parte del circuito AFC. L’ambiente è molto accogliente, sembra adatto a una di quelle sere fredde d’inverno con la neve che scende lieve (e visto quanto stava piovendo fuori è stato molto piacevole). Chef e capo sala sono giovani e preparati e il locale è di livello: cucina ricercata, abbinamenti particolari, ingredienti di qualità e attenzione ai dettagli: il prosciutto crudo dell’antipasto, ad esempio, viene affettato al momento con l’affettatrice presente in sala.
Prima di iniaziare la caposala ha voluto precisare che non hanno una cucina separata per il senza glutine, ma che hanno stoviglie e posate separate e che per spolverare qualsiasi cosa usano la farina di riso. Chiede se per me va bene ugualmente, perché sa che in alcuni ristoranti hanno un locale a parte per cucinare i piatti adatti ai celiaci. Rassicurata da questa premura e dalla precisazione sulle stoviglie a parte e sulla farina di riso, confermo che va bene e mi porta il menu. Tutti gli allergeni sono indicati con un numero accanto alla descrizione delle portate, glutine compreso, rendendo abbastanza semplice capire cosa posso ordinare senza dover fare mille domande. La mia scelta è stata la seguente:
- ANTIPASTO RUSTICO DELLA CASA con fesa di tacchino aromatizzata al miele, roast-beef di manzo americano affumicato, paté di coniglio lardellato, crudo San Daniele stagionato 16 mesi e confettura di cipolle rosse di Tropea
- RISOTTO ZAFFERANO E LIQUIRIZIA
- GELATO FATTO IN CASA AL LIMONE E BASILICO
Prima di iniziare ci hanno portato un’entrée di benvenuto, diversa nel mio caso per ovvi motivi, e prima del dolce ci hanno servito un piccolo assaggio. Per concludere il tocco di classe: la carta dei caffè, tra cui potevamo scegliere tre tipi di miscela differenti.
Unico neo della serata: il tavolo di fronte al mio ha ordinato lo stesso dolce in versione normale e il cuoco per errore ha decorato anche il mio con i biscotti (unica differenza tra quello normale e quello senza glutine). Ce ne siamo accorti immediatamente e il cuoco ha rifatto il piatto con le sue scuse. Come sempre è meglio ricordare più volte ai camerieri e tenere un occhio aperto, anche nei posti più preparati.
Personalmente (e fortunatamente) non ho avuto alcun problema. I prezzi sono da ristorante non proprio economico, ma la qualità giustifica il costo.
Non mi resta che salutarvi e lasciare a voi il giudizio sui piatti da me scelti.
Alla prossima.
Pepper