Last minute: lo stai facendo nel modo giusto
Quest’anno, tra covid e una quantità incredibile di cose da sistemare con cui non sto a tediarvi, non eravamo sicuri di poterci concedere qualche giorno per andare via e così abbiamo deciso di non prenotare e di decidere all’ultimo momento il da farsi.
Sabato 7 agosto mi sono buttata su internet in cerca di un last minute con partenza il lunedì e dopo circa un quarto d’ora avevo prenotato treno, albergo e ristorante per la prima sera nella bella Venezia, città in cui io ero stata da ragazzina con la mia famiglia e che il mio compagno non aveva mai visto.
Siamo partiti lunedi pomeriggio, dopo aver fatto delle commissioni la mattina, da Milano Centrale, in un salottino su un treno Italo in modo da viaggiare da soli per essere più sicuri e tranquilli. Arrivati di fronte alla stazione abbiamo scoperto che purtroppo il panettiere che fornisce pane senza glutine a Toast Amore era chiuso e quindi non potevo mangiare da loro. Mi sono arrangiata con una caprese da Rossopomodoro (dove, nonostante sul menu sia segnata, al momento non fanno pizza senza glutine): ho specificato bene che sono celiaca e che avrebbero dovuto stare attenti e sono riuscita a pranzare, perché in fondo la possibilità che contaminino una caprese è davvero infinitesimale. Del resto si sa che ad agosto e in periodo di pandemia gli imprevisti possono capitare e ci si deve adattare un po’.
Siamo partiti dopo aver atteso nel lounge della prima classe di Italo, dove mi hanno offerto una crostatina senza glutine e da bere, e sul treno sono passati due volte per chiedere se volevamo qualcosa: solitamente hanno a disposizione uno snack dolce e uno salato, per cui, avendo mangiato la crostatina nell’attesa, ho optato per il secondo.
In due ore e mezza circa eccoci a Venezia. Già all’uscita dalla stazione ci siamo resi conto che la difficoltà più grande, dopo il caldo, sarebbe stata decidere dove guardare: ogni sottoportego, ponte, calle, campo ti porta ad uno scorcio da cartolina, in un susseguirsi di panorami, chiese, monumenti e persone che camminano accanto ai canali. A piedi abbiamo proseguito per la città con aria estasiata fino all’Hotel Al Piave: l’hotel si trova vicinissimo al campo di Santa Maria Formosa e a circa dieci minuti a piedi da Piazza San Marco. Abbiamo prenotato una camera con colazione senza glutine inclusa e ci siamo trovati benissimo. Qui sotto alcune immagini della colazione.
Vanezia è una città particolare, dove per muoverti a piedi devi mettere in conto di attraversare un numero imprecisato di ponti, incrociare diversi gondolieri che ti chiedono se vuoi un giro romantico e schivare il passaggio degli altri turisti. Abbiamo avuto la fortuna di vederla con il sole, catturando immagini uniche. Siamo passati da Campo San Barnaba, dove hanno girato la scena della caduta in acqua di Katharine Hepburn per il film Tempo d’estate, uscito nel 1955. Abbiamo visitato il teatro La Fenice, rimanendo estasiati dalla sua storia e dalla sua bellezza. Abbiamo visto i musei di palazzo Ducale e il museo Correr, la Basilica di Santa Maria della Salute, quella di Santa Maria Gloriosa dei Frari, l’Arsenale e l’isola di Murano. Tre giorni pieni e tre notti per le vie di Venezia e nessuno dei due voleva tornare a casa, perché tanto ancora era rimasto da vedere e perché quell’atmosfera magica ti entra dentro e non se ne va più.
Di notte Venezia diventa unica, col riflesso delle luci sui canali, gli scorci e l’atmosfera romantica che si respira ad ogni passo. Unica e viva, con i bar e i ristoranti che servono clienti fino a tarda notte e i turisti che passeggiano dopo cena per godersi ogni minuto in questa città. E la sera, tornati in albergo, ci siamo rivisti lo spettacolo “Il Milione, quaderno veneziano” di Marco Paolini e abbiamo riconosciuto le descrizioni, i modi, le zone, apprezzando ancora di più tutto quello che siamo riusciti a vedere.
Nel corso della breve vacanza nella Serenissima ho provato tutti i locali del circuito AIC che ho trovato. Per chi come me non mangia pesce la scelta è chiaramente limitata in questa città, ma se il pesce vi piace vi potete sbizzarrire ordinando tantissimi piatti diversi. Per quanto riguarda le gelaterie a Venezia da AIC sono segnalate la gelateria Nico, dove ho preso una coppetta, e due gelaterie Grom, in cui mi sono concessa rispettivamente sorbetto e granita, visto il caldo torrido di questi giorni. Qui di seguito invece ecco le mie osservazioni sui ristoranti provati e cosa abbiamo gustato in ogni locale.
Il ristorante si trova a due minuti a piedi dall’hotel dove alloggiavamo. Si mangia molto bene e abbiamo cenato sotto un pergolato con dei ventilatori che ci hanno consentito di ripararci dal caldo. Cibo molto buono, personale competente. Unica pecca la seconda sera il cameriere ci ha messo parecchio a servirci e si è scordato un contorno, ma il ristorante era effettivamente pieno e un errore ci può stare. La prima sera infatti sono stati impeccabili.
La zona Zattere è una zona impegnativa dove passeggiare, perché la vista è bellissima, ma la strada che percorri è tutta al sole. Per consentire a tutti di rifocillarsi i locali hanno messo tavoli con ombrelloni dove potersi sedere godendosi il panorama senza prendere un insolazione. Oke Zattere è uno di questi locali. Dispongono di un menù senza glutine e ho mangiato un’ottima pizza.
Se siete amanti della cucina mediorientale Frary’s è il posto giusto per voi. Qui ho assaggiato: i Falafel (polpettine di ceci), le Kubbe (frittelle di riso e carne), le Keftes (polpettine di carne) e l’Ullah (riso con pollo piccante al cardamomo). Per dolce un gelato cannella e zenzero. Un vortice di spezie.
L’ultima sera prima di partire ci siamo concessi una cena romantica in questo ristorante elegante ricavato dalla ristrutturazione di una vecchia cavàna (il tipico ricovero coperto per barche veneziano). L’ambiente curato, il personale gentile e preparato e le attenzioni al cliente rendono questo locale accogliente. Al nostro arrivo ci hanno servito un aperitivo. Dopo aver mangiato un ottimo carpaccio di bue e la pasta e fagioli alla veneta, sono venuti a chiedermi se, avendo terminato il vitello, avrebbero potuto cucinarmi le scaloppine con il maiale. Nell’attesa ci hanno servito verdure in pinzimonio. Dopo le buonissime scaloppine al limone (disponibili anche al vino bianco o al marsala) accompagnate da patate al forno, ho mangiato una buonissima cheesecake e insieme al caffè ci hanno portato anche dell’anguria e due buranellini senza glutine. Ci è stato infine offerto anche un ottimo limoncello.